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Si chiama Gualtiero, vive nei pressi di Milano e quella che vedi qui sotto è la chitarra che ha costruito da solo da zero partendo da un asse di acero.
La storia di Gualtiero è la storia vera di un manager di 48 anni che sente forte il bisogno creare qualcosa con le proprie mani per evadere da una routine lavorativa stressante e costruire una chitarra elettrica per il gusto di sentirsela sua in ogni minimo dettaglio e poter salire sul palco e suonare con una sua creazione.
Ma potrebbe anche essere uno studente di 24 anni che ha una passione sfrenata per la chitarra elettrica, e vuole assolutamente costruire da solo le proprie chitarre, un chitarrista che ha da parte un gruzzolo e sogna di diventare liutaio; un 40enne che vuole cambiare lavoro dare una svolta alla sua vita con una nuova attività; un negoziante di strumenti musicali che vuole approfondire la liuteria per servire in modo più completo i propri Clienti e differenziarsi dalla concorrenza.
Questa che stai per leggere è la cronaca della costruzione della sua prima chitarra.
Ma lasciamo direttamente a Gualtiero la parola.
"Costruire una chitarra è un'emozione che non si può descrivere; non avrei mai creduto di riuscire a farcela. Il mio sogno è sempre stato quello di costruirmi una di queste super Strat di liuteria che vedo nelle mani dei chitarristi americani.
Per anni ho fantasticato senza mai decidermi. Non sapevo da dove cominciare e rimandavo, pensavo fosse un'impresa impossibile, immaginavo mille dettagli di cui tenere conto e la mia mente si annebbiava.
Ho cominciato timidamente assemblando un qualche kit trovato su internet, mi appassionavo sempre di più, leggevo articoli, guardavo foto, leggevo forum su internet; penso di aver visto tutto ciò che esiste sul web".
"Ho provato anche a costruire qualche chitarra elettrica da zero". Le facevo provare ad amici e chitarristi che mi incoraggiavano, ma il sustain non c'era, le corde frustavano qua e là. Il problema era quasi sempre nel manico.
Capivo che mi mancavano le basi e le conoscenze per curare un'infinità di dettagli che fanno una differenza enorme e che non mi sarebbe bastata una vita intera di esperienza per acquisirle".
Stavo per rinunciare quando su Google ho scoperto che esistono liutai che fanno corsi di liuteria elettrica; professionisti che mettono la loro esperienza al servizio di chi vuole imparare l'arte della liuteria anche elettrica".
"Ne ho valutati alcuni poi, non senza un po' di ansia, ho scelto il corso che mi sembrava più affidabile e professionale, quello di un famoso liutaio/ e formatore italiano che ha costruito in quasi 40 anni 400 e più strumenti tra chitarre e bassi per i migliori musicisti italiani e anche esteri: Galeazzo Frudua".
Frudua ti aiuta e ti segue nell'allestimento del tuo laboratorio con la minor spesa possibile, poi viene nel tuo laboratorio e ti insegna tutto quel che vuoi sapere.
"Ammetto che ero un po' dubbioso, lo slogan suonava vagamente pretenzioso: "In 15 giorni con me al tuo fianco impari a costruire un'elettrica al pari delle migliori chitarre USA". Però era proprio quel che
mi interessava".
L'ho contattato e ho trovato una persona estremamente disponibile e precisa. Come inizio per costruire la mia prima chitarra elettrica, era promettente".
"In un mese e mezzo Frudua mi ha aiutato ad allestire un laboratorio in garage, dove oggi sono in grado di costruire chitarre e bassi elettrici dalla A alla Z, verniciarli e ripararli.
Successivamente ci siamo accordati per una data ed è venuto nel mio laboratorio. Abbiamo passato 15 giorni "full immersion" fianco a fianco, solo io e lui, per cui ho avuto un professionista completamente a mia disposizione pronto a soddisfare ogni mia domanda".
Così, non senza un po' di ansia e con l'appoggio morale di mio padre che finalmente ho potuto schiavizzare un po', ho deciso di cimentarmi nella costruzione della mia prima chitarra autocostruita da solo, partendo dal legno grezzo e da ciò che ho imparato in formazione.
Sono ancora all'inizio ma quella che vedi è la cronaca della costruzione, passo dopo passo, dello strumento che ho costruito da solo dopo il corso, e ne vado stra-orgoglioso.
Ovviamente ho margini di miglioramento, ma sicuramente non avrei mai raggiunto questa qualità da solo, e spero che sia comunque di ispirazione a te che leggi per tentare a tua volta."
La prima fase consiste nel progettare lo strumento in ogni suo dettaglio.
Si parte da un template che Frudua mi ha trasmesso durante la formazione, dal quale è possibile ricavare qualsiasi progetto di strumento indipendentemente dalla forma e modello, mantenendo sempre la massima comodità (ergonomicità) e intonazione. In questo caso ho scelto di costruire la classica forma da chitarra Strat con alcune "personalizzazioni" che vedremo strada facendo.
La posizione dei pickup lungo il diapason, è presa da una Tom Anderson, una chitarra boutique americana ancora oggi molto in voga tra i turnisti USA per la liuteria e la versatilità.
Per ottenere lo stesso balance ottimale
di sustain, armonici e calore ma anche di attacco della nota, è importante piazzare i pickup al millimetro nel punto esatto lungo la scala dove sono posizionati nello strumento preso a campione.
La forma dello strumento è leggermente più affusolata rispetto alla classica forma strato e la spalla mancante inferiore è
leggermente più profonda per consentire alla mano di raggiungere comodamente gli ultimi tasti.
Mi sono dedicato poi alla selezione dei legni.
La scelta dei legno è fondamentale per costruire fin dall'inizio un'elettrica che suoni esattamente come hai in mente. In questo senso, tutta la prima parte teorica del corso di formazione, durante la quale Frudua mi ha spiegato quali sono i 7 fattori che influenzano maggiormente il suono di una chitarra elettrica, mi è stata di enorme aiuto.
Per questa chitarra ho scelto un top in acero fiammato 4A, un
blank di frassino di palude (swamp ash) per il body, acero canadese fiammato
per costruire il manico della chitarra e palissandro per la tastiera.
Il top in acero fornisce attacco e brillantezza al suono caldo e ricco di volume dello swamp ash (frassino di palude americano). Il top in acero inoltre supporta in termini di stabilità i piloni del Floyd Rose.
La tastiera in palissandro "arrotonda" leggermente la punta di acuti del suono presente e ricco di sustain dell'acero canadese. Essendo il palissandro indiano un legno oggi protetto e difficile da reperire, sono
riuscito a trovare un blank da un ragazzo che ne ha ancora un po' in stagionatura.
Dopo aver trovato in zona una falegname disponibile,
siamo partiti piallando a filo e a spessore tutti i pezzi che avevo disponibili per poi calibrarli agli spessori esatti.
Sia il frassino che il top in acero hanno una venatura e una fiammatura stupenda. Nella foto puoi notare uno delle decine di trucchi inediti che ho imparato al corso di liuteria FRUDUA: piallando un legno figurato a 45 gradi si evitano le classiche spaccature della fiammatura.
Una volta calibrati i vari blank di body e manici che avevo acquistato alle stesse dimensioni, ho scelto il legno per costruire il manico in base ad una tecnica di tapping inventata da Frudua per intonare il legno del manico col legno del body allo scopo di ottenere la
Sono passato poi alla realizzazione delle dime. Come prima cosa ho realizzato la dima del body. La dima è realizzata in compensato marino di betulla, un materiale molto rigido che resiste senza modificarsi a molti passaggi del cuscinetto delle frese.
La sagoma dello strumento, presa dal disegno, viene prima copiata sul pezzo di compensato e poi tagliata con la sega a nastro procedendo precisamente sul filo esterno del segno della matita.
Finita la fase di taglio, la dima viene rifinita con la raspa dolce, a lima e con carta vetrata.
Questa dima rappresenta il master di questa chitarra e di tutte le altre chitarre elettriche che vorrò costruire con la stessa forma. Dovrò crearne una nuova solo se cambio sagoma.
È importante che la sagoma della dima sia perfetta e priva di avvallamenti o gobbe che altrimenti sarebbero riprodotte sul manico dalla fresa.
In questa foto vedi entrambe le dime per il body e per costruire il manico della chitarra.
Nota la forma allungata della dima del manico che segue la sagoma della tastiera e non quella del tacco del manico.
Per questo strumento infatti mi sono ispirato ai canoni costruttivi strato, dove l'ultimo tasto, Il 22º, si estende oltre il tacco del manico. Per rifinire accuratamente questo punto dello strumento prima di incollare la tastiera, fra poco realizzerò una dima apposita dedicata specificatamente al tacco del manico.
Su questa chitarra elettrica che ho scelto di costruire, monterò i pickup direttamente sul battipenna. Il look che ho scelto di costruire è infatti un look più tradizionale, diverso da quello che otterrei avvitando i pick-up direttamente sul legno del top.
Ho realizzato la dima dei pickup copiando gli scassi frontali originali un body di Stratocaster. Per farlo ho praticato sul compensato un buco per poter entrare con una fresa da 12mm e ho poi fissato il compensato sul body strato.
A questo punto mi basterà lasciare che il cuscinetto della fresa segua gli scassi originali e otterrò una copia perfetta del Routing della Stratocaster.
Per consentirmi di appoggiarmi con sicurezza con la base della fresatrice, è importante che la dima rimanga rettangolare e non abbia la forma dello strumento.
In questa foto vedi il blank del body in frassino di palude americano (swamp ash), realizzato in due pezzi giuntati centralmente.
Ho tenuto la fiammatura della vena più evidente verso l'esterno in modo che si enfatizzi quando realizzerò lo smanco del “belly contour”.
Ho incollato il blank quando ancora aveva uno spessore abbondante ed lo ho successivamente calibrato in falegnameria. Ora devo pre sagomare il blank nella zona adiacente al forearm contour per realizzare il drop top.
Lo step successivo consiste nel posizionare il blank del top in acero fiammato sul blank di frassino in modo che le mezzerie dei due pezzi combacino perfettamente.
Questo mi permetterà di riportare sul drop top la stessa sagomatura della zona del forearm contour che ho praticato sul blank del body, per poi cominciare la lavorazione vera e propria di piegatura a caldo del top.
Dopo aver tagliato anche il blank del top per affinché corrisponda al blank di frassino, lo metto da parte e mi dedico alla realizzazione del forearm contour sul frassino nella zona dove poi verrà incollato il drop top
Siccome il top dovrà aderire perfettamente al forearm contour realizzato sul body, quest'ultimo deve essere perfettamente curvo sulla dorsale cioè senza spigoli (per poter essere piegato senza rompersi) e perfettamente piano sulla longitudinale.
Solo in questo modo nella costruzione di questa chitarra elettrica, i due pezzi potranno aderire uno all'altro in ogni millimetro della loro sagoma.
Successivamente comincia la operazione di piegatura del top in acero. Essendo il top in acero spesso circa 7 mm, questa operazione è molto delicata.
Si tratta infatti di piegare il top in acero in modo che aderisca perfettamente alla smussatura che ho ricavato sul blank di frassino, stando però molto attenti che non si spezzi.
Questa foto mostra il top piegato come appare prima dell’incollaggio e la forma che ha preso in corrispondenza del forearm contour.
Quando andremo ad applicare i morsetti per l'incollaggio i due pezzi si abbineranno perfettamente.
Per costruire questa fase della chitarra elettrica, è importantissimo fare una simulazione di incollaggio posizionando il giusto numero di morsetti esattamente come se stessimo già incollando.
Questo ci aiuta a capire se realmente i due pezzi coincidono perfettamente lungo tutto il perimetro della sagoma o se ci sono delle imperfezioni. In questo caso dovremo correggere la curva utilizzando un tampone di carta vetrata o la raspa dolce.
Dopo aver allineato perfettamente le mezzerie dei due pezzi si procede all'incollaggio stendendo la resina alifatica, una speciale colla americana simile alle nostre viniliche ma carteggiabile una volta asciutta. Per farlo utilizzo un sistema complesso di contro sagome e una ventina di morsetti di qualità.
Non avendo a disposizione una pressa da falegnameria è importante sincerarsi che ogni singolo centimetro della superficie del top aderisca al blanK di frassino, soprattutto nel centro.
Nell'incollaggio professionale la colla deve fuoriuscire leggermente da tutti i bordi. I due pezzi verranno lasciati asciugare per circa 24 ore dopodiché saranno lavorabili.
È ora di riportare la sagoma della dima sul blank del body. Per farlo utilizzeremo la dima master.
Dopo aver disegnato le due mezzerie anche in testa alla dima, procediamo col riportare la sagoma sul blank del body in modo da poter posizionare le quote di posizionamento dello scasso per costruire il manico della chitarra, del ponte e dei pickup.
Con una matita disegniamo tutta la sagoma lasciando qualche millimetro di abbondanza a destra dello scasso del manico. Rifiniremo questo punto solo nella fase finale della costruzione della chitarra.
Dopo aver marcato sul body la posizione esatta degli scassi e aver preso nota delle loro profondità, eseguo il settaggio della fresatrice Bosch scendendo con la fresa sul piano in un punto al di fuori della sagoma, posiziono sul body la dima che ho copiato in precedenza dal body strato e procedo di 4 mm in 4 mm fresando tutti gli scassi dei pickup e della circuitazione.
Nel costruire la chitarra è importante tenere bene a mente tutte le differenti profondità degli scassi.
Una volta raggiunta la massima profondità della fresatrice, procedo rimuovendo la dima e usando gli scassi stessi come appoggio per il cuscinetto della fresa.
Qui possiamo vedere il body fresato incluso lo scasso del manico della chitarra e ancora parzialmente da approfondire nel punto della circuitazione che verrà poi fresato fino a circa 4 mm dal fondo dello strumento.
Nella foto si vede come l'unica parte del body ad avere già la sagoma definitiva dello strumento è la parte del forearm contour. Tutto il resto del blank ha ancora una forma rettangolare per garantire la massima stabilità alla fresa durante la lavorazione.
È già evidente la meravigliosa fiammatura del top giuntato centralmente a lisca di pesce come accade per i fondi dei violini più pregiati e nella costruzione delle più pregiate chitarre elettriche tipo PRS.
Una volta terminata anche l'operazione di fresatura dello scasso dei circuiti e del ponte, passiamo alla sagomatura definitiva del body. Il taglio va effettuato tenendo un'abbondanza di qualche mm rispetto alla sagoma reale.
Questa eccedenza verrà poi portata a misura con il cilindro di carta vetrata. La parte delle spalle mancanti viene tagliata in modo diverso per non rischiare di spaccare la lama della sega.
E' dopo questa lavorazione che il body comincia ad acquisire il suo aspetto definitivo.
Una volta tagliata tutta la sagoma del body possiamo passare alla fase successiva della costruzione della chitarra elettrica.
Montiamo per cui sul trapano un cilindro speciale di carta vetrata con guida, sincerandoci che sia perfettamente a piombo con il piano del trapano per far si che anche le facce dello strumento risultano perfetti risultino perfettamente in squadro.
Dopo aver settato il trapano ad una velocità adeguata alla lavorazione, procedo posizionando la dima che mi consentirà di rifinire perfettamente la sagoma di tutto il body.
È una lavorazione che va effettuata con più passate appunto per evitare di lasciare bruciature sulle fasce.
Come dicevo è dopo questa fase che il corpo dello strumento comincia ad avere le sembianze che avrà una volta finito ed è qui che si comincia a godere del risultato.
Ammetto che ho passato diversi minuti a rimirare il body sul tavolo, ogni volta è la stessa emozione lo guardi e non ti sembrava vero di averlo fatto con le tue mani.
Fin da quando ho frequentato il corso è stata per me un'emozione fortissima, il primo vero momento in cui mi sono emozionato durante la lavorazione. Mi sarebbero seguiti tanti altri ma in quel momento non lo sapevo.
La prossima lavorazione da eseguire sarà la fresatura del belly contour sul retro dello dello strumento, e del contour body.
Si passa ora alla realizzazione del belly contour. Il belly contour è una sagomatura ergonomica che viene ricavata sul retro dello strumento. Questo smanco permette al body di
Si tratta di una fase apparentemente semplice ma in realtà delicata della modifica del body, che può essere realizzata con un enorme cilindro di carta vetrata presente in quasi tutte le fabbriche dove si costruiscono chitarre bassi elettrici, o a mano.
Sostanzialmente si tratta di ricreare una specie di unghia che segue il profilo laterale del strumento sulla fascia superiore ed entra come una mezzaluna a lato del fondo dello strumento quasi a toccare lo scasso delle molle.
Ogni strumento a questo punto della lavorazione presenta ancora uno spigolo sia sul top e sul fondo. A seconda dello stile costruttivo a cui ci siamo ispirati, procederemo all'arrotondamento di questo spigolo con una fresa differente.
Nel caso per esempio di una Telecaster o di una strato Dinky, il raggio di questo spigolo è di circa 4 mm., mentre per uno stile Stratocaster classico il raggio della smussatura varia dai 10 ai 12 mm.
Questa lavorazione richiede molta attenzione per via del fatto che la base della fresatrice appoggia solo in parte sulla superficie del body o addirittura, come nella zona dei due corni superiore e inferiore, per pochi centimetri.
Per questo è bene riciclare come ulteriore appoggio per la fresa, i pezzi scartati durante il taglio del body.
In questo caso un trucco interessante consiste nell’effettuare il lavoro con più passate per evitare bruciature sul legno, specialmente in testa.
È ora di lasciare riposare il body e dedicarsi a costruire il manico della chitarra elettrica per portarli entrambi allo stesso livello di lavorazione.
Il manico è la parte più critica di tutta la chitarra elettrica e quella alla quale dobbiamo dedicare la massima cura. In questa foto vediamo come ho riportato la sagoma del manico della chitarra sul blank di acero fiammato utilizzando la dima come modello.
Sul blank del manico ho disegnato la mezzeria che molto spesso è spostata lateralmente per via dell'asimmetricità della paletta ma che deve risultare parallela a uno dei lati del blank per poter procedere allo scasso del truss rod con la sponda montata sulla fresatrice.
Si procede con lo scasso del truss rod a doppia espansione. Per costruire il manico di questa chitarra elettrica utilizzerò un truss rod a doppia espansione (double action truss rod) il quale, una volta montato all’interno del manico sotto la tastiera, sarà in grado di curvare la tastiera sia in senso concavo che convesso in modo indipendente dalla tensione delle corde.
Una fase importante di questa lavorazione consiste nel scegliere su quale lato del blank del manico incollare la tastiera e posizionare il truss rod. Durante il corso ho infatti imparato un'altro segreto: il lato va scelto in modo da poter prevedere l'assestamento avrà il legno nel tempo, in base alla sua figura della vena.
Contemporaneamente è consigliabile prendere in considerazione anche l’eventuale presenza di macchie sul legno che così potrò piazzare all'esterno della sagoma del manico.
In questa foto vediamo il truss rod inserito durante la costruzione della chitarra nel manico. Il nottolino di regolazione viene posizionato circa 1 mm all'interno della sagoma del tacco del manico.
È importante che il truss rod sia rivestito in modo che, quando incolleremo la tastiera, la colla non ne blocchi la filettatura e per cui il funzionamento.
Non è solo importante scegliere accuratamente il modello di truss rod, è altrettanto importante utilizzare la fresatrice in modo che lo scasso sia perfettamente di misura.
Questa fase delicatissima nel costruire il manico della chitarra elettrica, impedirà che il truss rod si muova e vibri all'interno nel manico creando note morte e vibrazioni spurie che interferiscono con il sustain delle corde.
La costruzione di una chitarra elettrica di liuteria prevede decine di fasi molto delicate e la cura di un enorme quantità di dettagli che fanno la differenza tra lo strumento professionale rispetto ad uno amatoriale.
L’insieme di questi dettagli incide per almeno il 30% sul timbro dello strumento e su quanto sarà facile, veloce e comodo da suonare, per cui per una percentuale che fa una differenza enorme.
La maggior parte delle volte questi dettagli sono funzionali ma spesso sono anche estetici. Sono comunque sempre invisibili a chi non è il costruttore ma per il musicista la somma di essi rappresenta un valore aggiunto sconfinato nel costruire una chitarra elettrica .
Uno di questi dettagli consiste nella rifinitura del tacco del manico, impossibile da realizzare accuratamente una volta che la tastiera è stata montata, per via del fatto che la tastiera si estende sopra di esso.
Procediamo per cui ad una rifinitura accurata di questo punto del manico prima dell'incollaggio della tastiera.
La realizzazione della tastiera, il calcolo del raggio della tastiera, del suo spessore, dello spessore laterale una volta raggiata, della profondità e della profondità delle sedi dei tasti, richiederebbe un corso a parte tanto è complessa e tanto è il suo impatto sulla stabilità del manico, sul comfort e sul suono del tuo strumento.
Si comincia col calcolo della profondità del tagli dei tasti in base a raggiatura che abbiamo scelto per lo strumento strumento che in questo caso è 14 pollici.
La tastiera viene successivamente posizionata sulla dima dei tasti.
Una volta montata sul miter box, la dima ci permetterà di ricavare gli slot di posizionamento dei tastinella posizione perfetta per l'intonazione del diapason abbiamo scelto per la costruzione di questa chitarra elettrica: in questo caso 648 mm.
La lunghezza del diapason nella chitarra elettrica, determina la tensione delle corde la quale influenza in modo importante il suono. Più lungo diapason più tesa la corda maggiore sarà la brillantezza dello strumento.
Viceversa più corto il diapason minore la tensione della corda maggiore sarà l'influenza dell’antinodo della armonica fondamentale che restituisce un suono caldo.
La tastiera e la dima vengono inserite nel meter box. Con una sega speciale vengono effettuati uno per volta, tutti gli slot dei tasti, il taglio di fine tastiera, e se la chitarra prevede un capotasto normale, l’alloggiamento del capotasto.
In questa fase è importantissimo settare il meter box in modo che i tagli siano perfettamente perpendicolari alla mezzeria della tastiera e che da entrambi i lati della tastiera risultino alla stessa profondità.
Ogni errore in questa fase della costruzione comprometterà l'intonazione della chitarra elettrica ripercuotendosi drammaticamente il suo suono.
Anche se una delle fasi più emozionanti nella costruzione dello strumento è il momento in cui monteremo le corde e la chitarra comincia luccicare ed emettere suoni, ci sono altre fasi della lavorazione che mi hanno emozionato tantissimo.
Per esempio a me piace radunare di tanto in tanto le parti dello strumento che per ora sono riuscito a finire.
Rimango a rimirarle per interi minuti! Ogni volta mi sembra incredibile constatare che qualche ora prima erano delle assi di legno! Vedere tutti pezzi contemporaneamente uno vicino all'altro mi dà inoltre una carica pazzesca per continuare il lavoro.
In questa foto puoi vedere il blank del manico della chitarra, con lo scasso dove verrà posizionato il truss rod, la tastiera con gli slot dei tasti e il body prima di essere sagomato.
È ora di incollare la tastiera sul blank del manico. Per fare sì che non si sposti dalla mezzeria durante l'incollaggio, posiziono strategicamente alcuni chiodi di contenimento.
In questa foto puoi vedere come ho riportato la mezzeria su una striscia di nastro carta per far in modo che il segno della matita risulti più chiaramente visibile sul palissandro che è un legno molto scuro.
Per questa chitarra ho scelto di montare un Floyd Rose ma, se avessi scelto un tremolo standard, nel posizionare la tastiera avrei dovuto considerare che una parte di essa si estende anche oltre il capotasto e che sarebbe stata successivamente smussata durante lo spessoramento della paletta.
Una volta posizionata la tastiera la rimuoviamo dal blank, inseriamo il truss rod a doppia espansione, stendiamo la resina alifatica e utilizzando i morsetti professionali procediamo all'incollaggio.
La tastiera è incollata con una contro sagoma che ricopre la tastiera per tutta la sua larghezza e lunghezza.
Rimarrà fissata con i morsetti per circa 24 ore, il tempo sufficiente alla resina alifatica per asciugare ed essere lavorabile.
Questa foto mostra il body al punto in cui lo abbiamo lasciato e il blank del manico con la tastiera il giorno dopo l'incollaggio.
Nella foto è visibile come appare la parte finale del tacco già rifinita in precedenza, prima dell'incollaggio della tastiera.
Come è successo per il body precedentemente, è ora di portare il manico alla sua forma definitiva. Procedo quindi con il taglio abbondante della sagoma utilizzando la sega; l’eccesso verrà rimosso, una volta posizionata la dima, con il cilindro di carta vetrata.
In questa fase del taglio è importantissimo prestare la massima attenzione alle parti molto curve della paletta. Per questa ragione, nel costruire la paletta della chitarra elettrica, si utilizzano delle lame della sega a nastro di non più di 8 mm di profondità.
Dopo aver posizionato la dima sul retro del manico facendo corrispondere perfettamente le due mezzerie, procediamo alla sagomatura finale con il cilindro di carta vetrata.
Grazie alla dima siamo in grado di riprodurre questo manico tutte le volte che vogliamo garantendoci lo stesso identico feel su ogni chitarra elettrica che andremo a costruire.
Con un profilato di alluminio dello stesso raggio che vogliamo ottenere sulla tastiera, procediamo a ricreare la raggiatura di 14 pollici partendo da un grit di carta vetrata adatto a rimuovere lo strato di palissandro che è un legno relativamente duro.
Il processo di raggiatura essendo ricreato con un profilato perfettamente dritto, non solo ricrea il raggio della della tastiera ma ci garantisce anche che la tastiera sia a sua volta perfettamente dritta.
In questo modo potrò installare i tasti in modo da doverli rettificare solo minimamente.
Partiamo per cui da una grana grossa per arrivare fino ad una finitura che può anche essere lucida.
Questo grado di finitura dipende dal tipo di look che abbiamo scelto per la tastiera. Taluni preferiscono un look più opaco, altri preferiscono un look lucido stile Fender vintage.
A metà della procedura raggiatura della tastiera ci fermiamo e procediamo con l'installazione dei dot frontali detti anche “segnaposizione”, i quali ci garantiranno un orientamento quando suoniamo.
Procedo inizialmente col segnare una mezzeria sul palissandro e a marcare con un punteruolo i centri di foratura che userò successivamente come riferimento per la guida della punta da legno.
Questa è un'operazione molto delicata; infatti uno spostamento di pochi decimi del centro di foratura, significherà ritrovarsi con i dot fuori asse tra i tasti.
Il posizionamento dei dot è normalmente centrale sulla mezzeria tranne che per i due al 12º tasto i quali sono posizionati a lato della mezzeria o secondo il gusto del liutaio.
La foratura dei dot avviene con una punta fissata sul trapano a colonna. È importantissimo dotarsi di punte di ottima qualità, la cui guida non sia eccentrica come accade in molte serie economiche.
I dot devono avere un diametro di qualche centesimo di mm maggiorato rispetto al diametro della punta per poter essere installati a pressione.
I dot possono essere realizzati in materiali diversi che vanno dalla plastica alla madreperla e all’abalone (una preziosa madreperla colorata con riflessi multicolore) o addirittura a dot luminosi alimentati a batteria, a seconda del look desiderato e del colore del legno della tastiera.
Per esempio sul palissandro è consigliato utilizzare dei dot di materiale chiaro mentre sulle tastiere in acero possiamo usare dot di plastica nera, metallo o abalone.
I dot vengono inizialmente posizionati sul foro effettuato con la punta da legno e successivamente martellati in modo da rimanere qualche decimo di mm sporgenti sulla superficie della tastiera.
Intorno al dot stendo una goccia di cianoacrilato per un fissaggio più sicuro. Puoi vedere il risultato nella foto successiva che riguarda l'installazione dei dot laterali.
Anche i dot laterali possono essere in plastica madreperla, metallo, abalone o luminosi. E’ sui dot laterali in realtà che il chitarrista fa maggiormente riferimento quando suona più che su quelli centrali alla tastiera: Per questa ragione è importante che siano di grandezza adeguata e ben visibili.
Tipicamente utilizzeremo dei dot di diametro non inferiore ai 2 mm.
Quando il cianoacrilato con cui abbiamo fissato i dot frontali è secco, possiamo portare a termine il procedimento di raggiatura della tastiera, arrivando ad utilizzare anche carte lucidanti e paglietta d'acciaio a seconda se preferiamo un look satinato o perfettamente lucido.
Ci dedichiamo poi alla rifinitura della base del capotasto bloccacorde del Floyd Rose.
Questo è un altro dettaglio che su uno strumento boutique artigianale va curato con la massima attenzione.
Capita infatti di vedere, anche su strumenti di costosissimi, che il bloccacorde sporge sulla paletta e non appoggia per intero nella sede compromettendo la trasmissione del suono e il sustain.
Per risparmiare una lavorazione in più, vengono infatti spesso utilizzati gli stessi tipi di manico sia per un capotasto classico tipo Fender per il Floyd Rose.
È importante invece che la base del capo tasto bloccacorde appoggi interamente sul legno per la migliore trasmissione del suono delle corde e del sustain al manico.
Questo comporta spostare la paletta in avanti di circa 8 mm. l che significa disegnare il manico appositamente per lo strumento equipaggiato col Floyd Rose, un'altra accortezza che hanno pochissimi costruttori e liutai nel costruire una chitarra elettrica.
E’ arrivato il momento di installare i tasti. Il manico viene posizionato sul piano perfetto FRUDUA e il truss rod a doppia espansione regolato di conseguenza per facilitare l'inserimento.
Per costruire questa chitarra elettrica abbiamo scelto tasti medium jumbo. Il Tasto viene inizialmente pulito con acetone e poi piegato ad un raggio idoneo a quello della tastiera, utilizzando un utensile progettato appositamente che consente di adattare il raggio del tasto a qualsiasi radius della tastiera.
Possiamo installare i tasti sia con la pressa che con il martello. Per costruire la mia prima chitarra elettrica ho deciso di utilizzare il metodo ideato dal mio Maestro, lo stesso che ho utilizzato durante il corso di liuteria.
Col tempo le estremità dei tasti possono sollevarsi causando notevoli problemi di frustamento sul manico. Questo metodo esclusivo che ho appreso al corso è una variante del metodo dei liutai acustici Teeter/Bourgeois inventata da Frudua.
La procedura richiede una certa pratica ma è estremamente sicuro ed efficace nel tempo perché assicura che le estremità dei tasti rimangano saldamente aderenti alla tastiera. Inoltre, essendo ispirato dalla liuteria delle chitarre acustiche, garantisce la massima trasmissione del suono dai tasti al legno della tastiera.
Le fessure dei tasti vengono riempite con la resina alifatica che fungerà sia da fissante che da riempitivo.
Stendo la colla su tre tasti per volta e inserisco tre tasti per volta. L’intera procedura richiede circa 20 minuti. Con la pressa, che però non è ugualmente efficace e precisa, circa 10 minuti.
I tasti vengono inseriti utilizzando un martello speciale per liuteria dopodiché vengono lasciati asciugare per circa 24 ore dopo di che si passa al beveling delle estremità una parte importantissima per il comfort della chitarra elettrica.
Una volta asciugata la colla procediamo a ricreare beveling dei tasti. Per beveling si intende l'inclinazione laterale di circa 45°/50° dell'estremità di ogni tasto. Questa è una delle lavorazioni più critiche per il comfort del manico.
Un trucco che ho imparato durante la formazione, che rende il manico immensamente più veloce e comodo da suonare riguarda proprio l'inclinazione del beveling.
E' solo uno delle decine di segreti che puoi imparare solo da chi, come Galeazzo Frudua, ha costruito centinaia di strumenti per musicisti di calibro internazionale che hanno esigenze molto specifiche.
Procederò ora con la centratura dei fori delle meccaniche. I segni vengono riportati sul manico da una dima in cartoncino presa direttamente dal disegno originale realizzato in fase di progettazione.
I centri delle meccaniche sono posizionati sulla paletta in modo che le corde arrivino ed escano dal capotasto senza alcuna tipo inclinazione laterale ma solo con il minimo di pressione verticale indispensabile per fare in modo che la corda appoggi sul capotasto. Questo fattore è importante soprattutto se la chitarra elettrica è dotata di un tremolo standard.
Nel costruire la chitarra elettrica i fori delle meccaniche vengono effettuati con una punta da legno da 10 mm con guida, facendo attenzione ad evitare che la punta spacchi il legno spacchi in uscita.
Per questa chitarra ho scelto di montare un set di meccaniche autobloccanti Gotoh Magnum Lock. Essendo lo strumento dotato di un bloccacorde, le meccaniche autobloccanti non sarebbero necessarie ma danno comunque prestigio alla chitarra elettrica.
Questo tipo di meccanica autobloccante permette alla corda di non fare alcuna spira intorno al post della meccanica che è il punto dove la corda perde maggiormente l’accordatura.
Scolpirò il dorso del manico in modo da costruire il manico di questa chitarra elettrica a sezione "C" come sulla Tom Anderson americana, uno strumento ancora oggi molto in voga tra i turnisti USA.
Inizio con segnare i punti di arrivo dello scontorno del manico alla paletta e al tacco.
La porzione di legno lasciata in corrispondenza della paletta è importantissima per il sustain. Più rigida la paletta più elevato sarà il sustain della chitarra.
Successivamente passo a gradi sempre più elevati di rifinitura con diversi tipi di tampone e grit di carta vetrata.
Una volta raggiunto un certo grado di sgrossatura utilizzo due sagome per capire meglio dove devo rimuovere il legno con la lima per dare al manico il profilo a “C” della Tom Anderson.
Le due sagome mi permettono mi sapere esattamente dove devo rimuovere legno e dove devo lasciarlo. Posiziono le due sagome al primo al 12º tasto e procedo con l'arrotondamento.
Nelle ultime fasi della costruzione di questa chitarra elettrica curo l’arrotondatura del dorso del manico utilizzando tamponi con carta vetrata fine e anche uno speciale carteggiatore per liutai che permette di rifinire perfettamente e molto velocemente tutte le parti arrotondate dello strumento, in questo caso del manico.
La cura di quest'ultima fase di rifinitura è essenziale per il comfort dello strumento.
Uno dei momenti più eccitanti della mia formazione nel costruire una chitarra elettrica, è stato capire che la liuteria è principalmente avere occhio per le forme e per i dettagli, oltre che la manualiltà per ricrearli al meglio.
Curare questa fase della costruzione della chitarra con la massima precisione nell'uniformità dei piani che compongono il dorso del manico e anche l'arrotondamento di tutte le parti del tacco della voluta della paletta, è stata una delle più grandi soddisfazioni che ho provato finora!
Già tenere il manico in mano senza corde, mi dà l'idea di quanto potrò volare con le mani su questo strumento!
Nelle chitarre professionali il capotasto blocca corde del Floyd Rose è ancorato attraverso il manico mediante due viti a brugola che una volta strette fanno si che il bloccacorde sia estremamente stabile, evitando così i classici problemi di settaggio che ci sono su tutti gli strumenti in cui invece bloccacorde è fissato dall'alto con due viti da legno.
Per effettuare questa lavorazione si utilizzano due punte da trapano auto costruite con guida.
Queste punte non solo facilitano notevolmente la lavorazione ma permettono anche di realizzare un lavoro esteticamente molto pulito in una zona critica in quanto molto arrotondata.
È ora di ricavare i due centri di foratura dei piloni per il posizionamento del Floyd Rose. Qualche mm di errore e la chitarra non sarà intonabile.
Inizialmente il solo pensare a questa fase della lavorazione mi creava un sacco di ansia mentre oggi quasi mi gasa.
Dopo aver calcolato l'esatto punto di foratura dei piloni sulla mezzeria, posiziono il Floyd Rose sulla perpendicolare dove vado a marcare il centro di foratura dei due piloni.
Dopo aver segnato i punti di foratura con un punteruolo pratico un primo foro guida. Il buco finale viene poi alesato per lo spessore dell'acero, ad un diametro che consenta ai piloni di essere martellati sforzando ma non tanto da spaccare l'acero, che in quel punto è molto vicino allo scasso dedicato al ponte.
A questo punto ho avuto un incidente di percorso: nel rimuovere la punta da 10 dal trapano questa mia caduta sul top della chitarra provocando una botta di qualche mm.
Per ripararla mi è tornato molto utile un trucco visto durante il corso di liuteria Frudua.
Il trucco consiste nel bagnare il punto in c'è la botta posizionandoci sopra un panno bagnato di cotone (per esempio una vecchia T-shirt), e scaldare il punto esatto con uno stagnatore al massimo della temperatura.
Il vapore gonfia il legno sollevandolo e facendo sparire la botta. Ammetto che mi sento abbastanza un mago perché ogni volta faccio fatica a credere che funzioni!
Con una fresa tonda da dodici millimetri vado ora a ricreare lo scasso del truss rod a doppia espansione sul body. Si tratta di piccola svasatura che permetterà alla brugola appositamente modificata, di infilarsi sotto la parte sporgente della tastiera permettendomi di regolare la curvatura del manico senza doverlo rimuovere o senza dover allentare le corde.
Tutta l’area del manico e del body dove si accede al truss rod è progettata in modo consentire una regolazione veloce senza spostare il pickup al manico dal 3° nodo della 4a armonica.
Questo mi consente di preservare il classico suono Gibson o Fender del pickup al manico che altrimenti andrebbe perso.
Per questo strumento ho scelto di non utilizzare la classica piastra per le quattro viti di ancoraggio stile Fender. Utilizzerò invece delle boccole che mi permettono smussare il tacco sul body in modo ergonomico (in inglese: contoured neck heel), per poter raggiungere molto più comodamente gli ultimi tasti.
I buchi per le boccole vengono praticati con una punta apposita. Il loro diametro dipende da che tipo di finitura (lucida o satinata) sceglierò di utilizzare per lo strumento. Se satinata il buco sarà leggermente più di misura, se lucida sarà leggere di qualche decimo di mm. più largo.
Ora si passa alla smussatura del tacco del manico sul body (contoured neck heel).
In questa fase è molto importante raggiungere un compromesso tra il ricreare una forma che permetta di suonare sugli ultimi tasti senza intralcio, lasciando però una quantità di legno sufficiente tale da consentire al giunto manico/corpo sufficiente rigidità per trasmettere il massimo del sustain e del suono delle corde dal manico al body.
La lavorazione seguente nel costruire il manico di una chitarra elettrica, consiste nell’allineare perfettamente il manico al body. Questo è un processo delicatissimo che ci porta ad avere le corde esterne perfettamente centrate sulla tastiera. Per farlo utilizzerò un morsetto, una controsagoma e un elastico steso tra il centro del bloccacorde e l'intersezione delle due sellette centrali del Floyd Rose.
Una volta steso l’elastico, con un punteruolo segno i centri di foratura passando attraverso i fori delle viti del manico sul body.
Dopo aver rimosso il manico dal body, con una punta ho praticato i quattro fori che serviranno per avvitare il manico al corpo.
Per praticare i fori ho posizionato il manico sotto il trapano sul profilato di alluminio che ho usato per la raggiatura della tastiera, in modo che non si muova.
Mi dedico successivamente alla foratura del foro del Jack che deve avere un diametro di 22 mm e una profondità di circa 35mm.
Subito dopo dovrò praticare un foro di comunicazione tra il jack e lo scasso della circuitazione con una punta da legno apposita lunga 30 cm che viene usata anche per i fori di passaggio dei cavi dei pickup.
E' ora di partire con la carteggiatura finale del body e del manico, al fine di portare la chitarra ad un grado di finitura ideale per la verniciatura.
Comincio con il carteggiatore orbitale su tutti i piani incluso il belly contour.
A seconda di dove sto carteggiando sul body, utilizzerò una velocità del sander e una pressione diversa. Per esempio occorre fare molta attenzione sul piano dei cornini, dove il pad dell'orbitale ha poco appoggio ed è facile creare per errore degli avvallamenti che poi saranno evidenti una volta verniciato lo strumento.
Un altro punto critico sono le intersezioni degli scassi dei coperchi delle molle e del circuito quando questi sono incassati a livello dello strumento.
E' ora di entrare nella fase finale della costruzione di questa chitarra elettrica, la fase di carteggiatura finale del body, quella che ci permetterà di andare in verniciatura. Unita alla realizzazione del manico e della tastiera, questa è la fase più delicata della costruzione. E'il punto dove si perdono quasi tutti i “liutai” improvvisati e anche molti liutai professionisti.
Se hai fatto l’occhio, è facile infatti vedere strumenti anche costosi, che mostrano chiari segni di una carteggiatura approssimativa sotto la vernice o addirittura anche i segni del passaggio dalla fresa sul legno di testa o delle lime.
Se non li rimuoviamo accuratamente, tutti questi segni, una volta verniciato lo strumento, verranno enfatizzati dalla vernice rimanendo in bella vista per sempre!
La carteggiatura finale dello strumento in preparazione alla verniciatura, viene effettuata carteggiando sempre nel senso della vena anche nelle parti arrotondate e nelle smussature.
Tutti gli spigoli vanno smussati con cura fino ad ottenere la finitura perfettamente vellutata che vedi in questa foto. Non devono esserci spigoli vivi che si scoprirebbero durante la lucidatura.
Per darti l'idea di quanto questa parte è importante, l'intera operazione di preparazione di body e manico alla verniciatura può durare anche un giorno.
E’ importantissimo carteggiare alla luce del sole, la quale essendo omni direzionale ci garantisce, ruotando lo strumento, di vedere qualsiasi segno che possiamo avere lasciato involontariamente.
Per poter spruzzare il minimo spessore possibile di vernice sullo strumento, sui legni molto porosi come frassino e mogano è essenziale usare un filler.
Questa pasta viene diluita in una quantità minima d'acqua fino a formare un composto della densità di un dentifricio. Il filler viene poi steso sul legno molto accuratamente seguendo un movimento particolare della mano e del tampone per assicurarsi che entri nel poro senza lasciare troppo materiale che inibirebbe il suono.
Il top in acero viene poi trattato con una procedura esclusiva di colorazione, che prevede l’uso di speciali pigmenti colorati.
Lo scopo è mettere in risalto i più possibile le venature dell'acero fiammato creando un’effetto colorato tridimensionale.
Questa procedura è stata portato successo da Paul Reed Smith che la ha utilizzata moltissimo nei suoi strumenti “Private Stock”.
La tecnica consiste nell’impregnare fiammatura lasciando in risalto la marezzatura dell’acero.
Si procede poi con la verniciatura vera e propria.
Per la verniciatura uso due vernici diverse: una per il fondo e una per il lucido. Dovendo verniciare alcune parti dello strumento per forza in verticale, entrambe queste vernici sono abbinate a un catalizzatore apposito per liuteria, che previene le colature.
Viene prima steso il fondo in quantità minima (in quanto, come ricorderai, lo strumento è stato trattato con il filler precedentemente).
Finiti i cicli di fondo lascio lo strumento asciugare per una decina di giorni poi carteggio a secco e spruzzo un blu uniforme creando uno stacco che mette ancor più in risalto la fiammatura dell'acero marezzato.
Durante il corso abbiamo dedicato due giorni interi a padroneggiare le tecniche di spraying (più qualche settimana di prove da solo in seguito), e devo dire che il sapere che pochi in Italia sono in grado di ricreare una finitura lucida come questa, mi fa sentire davvero un professionista!
Finiti i cicli di fondo lascio lo strumento asciugare per qualche giorno poi carteggio a secco e spruzzo una mano di colore blu uniforme, creando uno stacco che mette ancor più in risalto risalto la fiammatura dell'acero marezzato.
Successivamente stendo un numero adeguato di cicli di finitura lucida che variano a seconda del tipo di strumento e della temperatura.
Per parecchi giorni lascio asciugare la chitarra e dopo aver carteggiato passo alla lucidatura.
È venuto il momento di rettificare i tasti montati precedentemente sul manico.
Su questo strumento ho installato i tasti con il martello invece che usare la pressa, utilizzando il metodo che ho imparato durante il corso di refretting FRUDUA. Questo metodo garantisce tasti perfettamente livellati al centesimo.
Dopo aver drizzato il manico, proteggo la tastiera con nastro carta e procedo con la rettifica.
Il procedimento di rettificare dei tasti che ho imparato al corso e sperimentato più volte, è efficace come il Plek ma più veloce e molto meno costoso.
Questo metodo permette di ottenere una tastiera perfettamente dritta sulla quale posso usare un'action bassissima senza alcun frustamento.
Dopo aver spianato i tasti e arrotondato le estremità, li lucido uno per uno in entrambi i sensi fino paglietta di acciaio quattro zeri.
Anche le estremità del beveling vengono arrotondate con cura per facilitare al massimo lo scorrimento della mano sulla tastiera e la velocità di esecuzione. Passo poi alla lucidatura dei tasti con il lucidatore di Stewmac.com.
Questo è veramente uno dei punti più importanti della costruzione dello strumento per far si che il musicista professionista possa volare sulla tastiera e non percepisca alcuna sensazione di attrito, e in assoluto uno di quelli contribuisce maggiormente al valore della chitarra.
Durante tutto il processo di lucidatura col lucidatore ho utilizzato i migliori abrasivi del mercato per sincerarmi che la vernice non si scaldasse troppo creando delle bolle ed ecco il risultato finale. Lo strumento è lucido come uno specchio.
La lucidatura è un'altra fase estremamente delicata, che coinvolge profondamente la vista e la capacità di scorgere fino all'ultimo i segni della carteggiatura ad acqua e rimuoverli.
Occorre veramente porre un'attenzione maniacale e metterci molta molta pazienza, però il risultato dà una soddisfazione incommensurabile.
L'emozione va alle stelle quando cominciamo ad assemblare lo strumento partendo dal montaggio della componentistica elettrica sul battipenna, poi al montaggio del battipenna sul body, all’installazione dei piloni del Floyd, degli straps, ecc.
L'eccitazione nel vedere il frutto di tanto lavoro e passione prendere forma è indescrivibile!
Passo poi al montaggio dell’hardware del manico iniziando con il bloccacorde del Floyd rose e successivamente delle meccaniche, che sono “staggered”. "Staggered" significa che i post delle meccaniche delle corde NON avvolte, che sono più distanti dal capotasto, sono più bassi rispetto a quelli delle corde avvolte.
Questo consente di dare loro un maggiore angolo di incidenza sul capotasto ed evitare l’utilizzo di un abbassacorde se lo strumento è equipaggiato con un capotasto normale e un ponte tremolo classico tipo strato.
In questa foto è visibile il meccanismo di bloccaggio delle corde alle meccaniche, molto utile se abbiamo sullo strumento un capotasto normale e un ponte tremolo classico tipo strato.
Il momento del montaggio delle corde è forse uno dei più emozionanti perché per qualche ragione lo strumento diventa “vivo” comincia a luccicare, cambia completamente aspetto e emette un suono, tanti suoni.
E’ qui che ti rendi conto del miracolo che è avvenuto. Sei partito da un disegno di carta e hai costruito dal legno grezzo, dalla materia grezza uno strumento che suona e che è rifinito come i migliori strumenti USA che costano migliaia di euro. E lo hai fatto proprio tu!
E finalmente arriva il momento in cui inserisci il jack nell'amplificatore e puoi finalmente ascoltare il suono della chitarra elettrica che hai costruito con le tue mani puoi sentire il manico che vola sulle corde sotto le tue dita. E' un momento che non scorderai mai.
Sicuramente ne seguiranno molte altre, chissà se ci farò mai l'abitudine. Sicuramente niente è paragonabile alla soddisfazione di mettere lo strumento che hai costruito tu, dal nulla, dalla carta del disegno, dall'asse di legno da piallare, nelle mani di un professionista abituato a chitarre d'elite americane di cui non nomino la marca e a sponsorizzazioni di ogni tipo, e vederlo strabuzzare gli occhi incredulo e fare fatica a separarsi dalla chitarra!
Se vuoi sapere che corso ho frequentato questo è il sito della Scuola di formazione di Galeazzo Frudua:
corsodiliuteriaelettrica.it .
Ce ne sono altri, ma per me avere un Maestro completamente a mia disposizione (anche dopo il corso), pronto a lasciarmi costruire la chitarra che IO avevo in mente (e non un suo modello), e pronto a confidarmi ogni segreto che ha imparato in 40 anni di liuteria, è stato impagabile e il risultato lo vedi in queste pagine.
Non so quante chitarre farò nella vita, ma sono sicuro che ogni volta questo viaggio mi regalerà alcune delle emozioni più forti che io abbia mai provato.
Spero che tu ti sia divertito e che tu abbia trovato in questo articolo l’ispirazione per provare anche tu a sognare come è successo a me! Non importa se per costruire chitarre elettriche professionalmente o per passione.